lunedì 29 settembre 2014

Primo Contatto


Mario,
ho letto di nuovo la tua lettera oggi dopo qualche giorno che non la riguardavo. Ed anche se non riesco a comprendere pienamente perchè lo faccia, vorrei comunicarti che sono pronto ad entrare a far parte dell'Organismo. Questo però ad una condizione: che possa continuare a pensare con la mia testa. Troppo spesso ho visto persone genuine associarsi per diventare poi fanatiche integraliste. Come mi dicevi, il patrimonio dell'Organismo è patrimonio dell'umanità. Ecco, non voglio ne vorrò mai separarmi da essa. Desidero continuare a sentirmi al pari degli altri esseri umani. Semmai vorrei risolvere, se possibile, alcuni dei loro problemi. Per questo entro nell'Organismo: non desidero posizioni di potere, essere depositario di arcane conoscenze, per poi un giorno guardarmi intorno e ritrovarmi orribilmente solo a combattere una battaglia che nessuno intuisce.
Questo è l'inizio della mail che ho spedito a Mario. La decisione è ormai presa, sento che i tempi sono maturi per fare un ulteriore balzo. Questa volta non all'interno di me, alla ricerca della mia più profonda natura, ma verso qualcosa di misterioso, artificiale e potenzialmente molto pericoloso. Ma la posta in gioco è veramente grande, e non posso esimermi dall'impegnarmi in questa avventura. Il grado di addormentamento degli esseri umani è terribile, ed è spaventoso constatare come questa misera condizione trascini il mondo nel baratro. Io non mi ritengo un saggio, ma una persona che ha saputo, seppur fra molte difficoltà, continuare ad aver fiducia nelle possibilità dell'uomo, nel fatto che dentro di noi, e non fuori, si può trovare la forza per risolvere ogni problema, per superare ogni difficoltà e per costruire un mondo veramente più bello. Per noi e per coloro che ci seguiranno.
Ma questo io non desidero perderlo. Non voglio promettere a nessuno la mia cieca fedeltà, non voglio "credere". Io voglio capire e condividere. E cercare di portare con me quante più persone mi è possibile. Perchè ognuna di loro ha una storia di sofferenze e difficoltà, e merita di poter riscattare la propria condizione. E' per questo che ho posto questa condizione al mio ingresso nell'Organismo.
Ho ricevuto una risposta da parte di Mario solo un paio di giorni dopo:
Anch'io ho riletto varie volte la tua mail. Mi sembra una cosa sensata, ma inusuale. Solitamente le nostre richieste vengono accettate con sollievo, forse perchè i nuovi membri vengono normalmente reclutati fra persone estremamente dotate di intuito: doni che oggi sono assolutamente fuori luogo e senza sbocchi. Nel tuo caso il reclutamento si è basato su criteri leggermente diversi, data la gravità della condizione attuale. I saggi a cui ho sottoposto la tua condizione hanno accettato di vederti. Questa sera penserò a "rapirti", cioè userò la mia energia per farti viaggiare laggiù: non ti preoccupare, ad un certo momento perderai i sensi e ti ritroverai proiettato in una sala dove solitamente prendono luogo i nostri dibattiti. Se ce la farai ad addormentarti meglio.
La sera stessa non riesco a prendere sonno. Troppe domande, troppi dubbi, troppa inquietudine. Avviso mia moglie di quello che accadrà, ma ella è ormai abituata ai prodigi di Mario. Al momento convenuto le chiedo di lasciarmi solo nella mia stanza. Mi concentro, cercando di assaporare ogni istante. Cosa mi aspetterà laggiù? Inizio ad avere una paura terribile. E se mi stessi cacciando in un immenso guaio? Loro sono troppo potenti ed io non ho alcun asso da giocare per difendermi. Cammino per la stanza nervoso, mancano pochi minuti. Fisso il vuoto. Pochi secondi. Sento una specie di giramento di testa e vedo una nebbia spuntare dal nulla: mi avvolge completamente, sento un colpo allo stomaco. Chiudo gli occhi.
Odo il silenzio intorno a me. Una umidità penetrante, ed un forte odore di chiuso. I pochi rumori sembrano attutiti. Apro gli occhi e scopro con malcelata meraviglia di essere in una caverna. L'illuminazione è particolare, in quanto sembra che le pareti stesse emanino un tenue bagliore. La stanza potrà contenere al massimo una cinquantina di persone. Ce ne sono circa dieci, che mi guardano rilassati, seduti su alcuni sgabelli di pietra. Le loro vesti sono semplicissime, di una tela grezza, colorata con colori naturali. Colgo nei loro occhi lo stesso sguardo che ho immaginato quando ho associato il Cronorivelatore ai suoi inventori: una profonda saggezza, ma una lontanissima stanchezza, quasi un senso di incommensurabile noia. Il tono della loro voce è del tutto simile ai loro sguardi: profonda, scandita con tono quasi meccanico. Sembra che stiano recitando. Mario, accanto a loro, si alza e mi invita a sedermi. Sento gli occhi dei presenti su di me: il loro silenzio mi mette in agitazione.
"Abbiamo letto la tua condizione. Seppur viziata dall'ignoranza di un essere umano, la troviamo accettabile ed, in parte, condivisibile. Nessuno ti chiederà in futuro conto delle tue convinzioni: sei libero di coltivarle come meglio credi. Questo ti impedirà di poter accedere a molti degli arcani in nostro possesso: la tua volontà nel non voler fonderti nella nostra comunità ti impedirebbe comunque di beneficiarne appieno. Da ora in poi sarai considerato un esterno che, indirettamente, gode in parte dei benefici che a noi sono totalmente concessi. Il tuo impegno dunque non si profonderà nella sacra attività spirituale, ma sarà legato alla nostra operatività. Il nostro compagno ti condurrà dal tuo Circolo: sarà con loro che da ora in poi la tua attività verrà conseguita. Anche se hai in parte rifiutato la nostra offerta, sei comunque dalla nostra parte. E questo è quello che ci interessa".
Il discorso mi ha turbato negativamente: sento sollevarsi quella tipica sensazione che mi prende quando mi rendo conto di non star bene in una determinata situazione. Sento la necessità impellente di allontanarmi: sì, ma dove? Dove siamo, veramente? Mario si accosta e mi legge nel pensiero: "Siamo molto in profondità, solitamente ci incontriamo qui. Questo accade da molto, molto tempo. Ti riporto a casa. Chiudi gli occhi". Non mi curo degli altri, non voglio più osservarli: fisso Mario e chiudo gli occhi.
Il viaggio di ritorno è molto semplice: mi ritrovo in piedi nella mia camera da letto, come se nulla fosse accaduto. Sembra che il viaggio duri davvero pochissimo, e che sia praticamente istantaneo. Faccio qualche respiro, l'aria è tornata respirabile. Ora che le preoccupazioni si sono dissolte alla luce della mia esperienza, mi sento vuoto. La mia mente sta cercando di capire cosa è accaduto, e di adeguarsi a ciò a cui ho assistito.
La prima cosa che mi viene in mente è l'espressione del volto dei vecchi: spenti, annoiati, distanti. Sembra che, tranne le sembianze, non fosse rimasto niente di umano in loro. La glacialità delle loro parole e il loro sguardo tradivano una completa mancanza di sentimenti, di emozioni, di empatia. Questo solitamente mi impaurisce molto: solitamente associo la mancanza di emozioni con un esubero di raziocinio, e mi domando: se una persona così razionale trovasse sulla propria strada un ostacolo rappresentato da un essere umano, ne avrebbe rispetto? O preso dalla propria convinzione non esiterebbe ad eliminarlo per amore della proria causa? La stessa impressione non mi lascia al ricordo dei vegliardi, solo che moltiplicata per milioni di volte. Sono abbastanza inorridito, non desidero vederli mai più. Apro la porta e cerco mia moglie.

Il giorno dopo ricevo una mail di Mario appena sveglio:
Questa è l'ultima mail che ti scrivo. Desidero comunque che tu rifletta su ciò che pensi dei Saggi del nostro consiglio. Ai tuoi occhi appaiono non umani, ma in realtà essi hanno toccato con mano vette altissime di comprensione dell'universo, tali che per loro è ormai impossibile tornare alla loro primitiva situazione. L'esercizio costante, la completa dedizione, nonchè la conoscenza delle infinite possibilità dell'Essere li hanno resi ciò che sono. Essi hanno sacrificato la propria umanità per amore dell'Umanità intera, non giudicarli negativamente, ti prego. Spero che col tempo il tuo pensiero nei loro confronti muti. Nel frattempo, ti dico che al consiglio di ieri sera è stato deliberato che la tua educazione venga fatta sul campo. Il mio compito è dunque finito. Ti affido al Circolo a cui farai riferimento in futuro. Esso è formato da uomini e donne operative: sono coloro che svolgono il compito di mettere in pratica le "azioni". Ti sveleranno loro di cosa si tratta. Ecco l'indirizzo email con cui puoi contattare Giovanni anche da subito: è stato già messo al corrente di tutto. Per ora ti auguro buona fortuna.

giovedì 24 luglio 2014

La leggenda di Kuram e dei figli di Samuor

Al rientro dalle vacanze ho riletto più volte i messaggi di Mario, riflettendo a lungo sulle loro conseguenze in un'ottica più universale. E' chiaro che il mondo non è tutto rose e fiori: le notizie che arrivano in questi giorni dagli scenari di guerra ancora aperti nel mondo ne sono una tristissima conferma. Ho pensato dunque che, così come in ognuno di noi esistono desideri di pace contrapposti a brame di guerra, è naturale supporre che esista qualcosa che si contrapponga all'Organismo. Riflettendo su questa affermazione mi sovviene una intuizione che ha a che fare con la dualità dell'Universo. L'essere umano vede ovunque contrapposizioni: bene e male, giusto e sbagliato, buoni e cattivi. Ma i saggi ci hanno insegnato che non esiste nulla senza il suo contrario. E che tale contrapposizione sussiste comunque solo ai nostri occhi, uomini mortali: se riuscissimo ad elevarci dallo spazio e dal tempo in cui siamo fatalmente immersi riusciremmo a scorgere la totalità dell'Esistenza, dove i poli opposti si riuniscono e si completano a vicenda. Mi viene in mente di come nel simbolo del Tao spesso si dimentichi un fatto fondamentale, ossia che le parti nera e bianca non sono statiche, ma in continuo movimento. Come ad indicare il fatto che la polarità, la dualità, insomma ciò che riusciamo a percepire con la nostra razionalità, dato che i due estremi sono immersi in una dimensione temporale che ne muta continuamente la forma e la posizione, sia essa in realtà un processo in incessante movimento. Ciò che oggi può apparire giusto, domani può non esserlo, o può non esserlo oggi, in un'altra situazione.

Ricevo a breve una mail di Mario. Comincio ora a capire quali sono i momenti significativi della vita di cui mi parlava quando ero in vacanza. Il messaggio è molto lungo e lo riporto a stralci:
Vedo che ci stai arrivando da solo, ma permettimi comunque di inquadrarti in modo schematico la nostra posizione. La Tradizione ci consiglia di informare i nuovi membri circa gli insegnamenti dell'Organismo presentandoli attraverso storie, razionalità ed analogie. Anch'io ne sono venuto a conoscenza in questo modo, e lo trovo tuttora un'ottimo metodo, in linea con la nostra visione del mondo.
Cominciamo da molto, molto lontano. Decine e decine di migliaia di anni fa alcuni esseri umani del nostro pianeta si resero conto che l'energia più potente dell'Universo non era quella della Natura, delle tempeste o dei vulcani. Essa non era l'energia che smuove la terra, che scatena i fulmini o che solleva le onde del mare. L'Energia più potente non era nemmeno quella che dava la vita, che permetteva ad una foresta di crescere malgrado i cambiamenti climatici o l'avvicendarsi delle stagioni, o che manteneva in salute un uomo. Tutte queste erano solo schiave di un'altra energia, più occulta e potente.
Questi nostri antichi antenati si posero domande di questo tipo. Perchè un uomo perde la vita? Potrebbero esistere milioni di motivi per cui un essere umano potrebbe non riuscire più a sopravvivere: perchè questo a volte accade e a volte no? Perchè le intenzioni di alcuni si concretizzano, portando i risultati sperati, mentre quelle di altri si infrangono sui più vari ostacoli? Mentre di fronte ad alcune il destino si abbatteva con ferocia, essi avevano osservato che di fronte ad altre la Natura, il mondo intero, qualunque condizione avversa, erano tutte costrette a piegarsi. Le spettacolari forze della Natura sembravano sconfitte di fronte all'intento delle azioni di alcuni uomini. Quando furono interrogati su cosa avessero di diverso queste azioni rispetto alle altre, tali uomini risposero con semplicità che avevano seguito una "voce": nel loro cuore essa aveva parlato loro suggerendogli che, se avessero eseguito con obbedienza i suoi consigli, il loro successo sarebbe stato totale, malgrado qualunque condizione iniziale avversa.
Oggi parliamo di fortuna, destino, caso. Ma tali uomini compresero che questa abilità era diversa, che non poteva essere ogni volta una pura e semplice combinazione. Arrivarono dunque ad ipotizzare che dentro tutti gli uomini esistesse una "voce" che, se ascoltata, porta le azioni degli uomini verso un completo ed indubitabile successo. Si accorsero purtroppo subito di una cosa: che la voce non è nè buona, nè cattiva. Essa infatti non è dalla parte di nessuno, nè degli onesti, nè dei disonesti. Nè dei santi, nè dei malvagi. Semplicemente, la sua azione è diretta a far sì che gli scopi che un uomo si prefigge possano essere realizzati nel miglior modo e nel minor tempo possibile. 
Cercarono dunque, con estrema metodicità, il modo più semplice ed efficace per far sì che questa voce potesse esprimersi sempre di più. Lo trovarono, scoprendo con stupore che essa in realtà si esprime in continuazione, donando consigli in tutti i campi della vita, e che essa è quasi sempre sommersa dal rumore di altre voci. Emozioni negative, convinzioni limitanti, attività mentale viziosa: queste condizioni ne limitano la percezione, inducendo l'essere umano a considerare la "voce che esaudisce i desideri" al pari delle altre, lasciando dunque i suoi consigli incompiuti. Oggi chiamiamo questa voce "Intuizione". Ne riparleremo ampiamente in futuro, quando ti spiegherò come ottenerne tu stesso il dominio. Per ora continuiamo questa leggenda.

Ricordo che la parola "Intuizione" era già stata nominata da Mario nel primo messaggio ricevuto davanti all'immagine di Daniele nella fossa dei leoni. Egli diceva che tale iconografia rappresentasse in un remoto passato "l'Intuizione che si destreggia attraverso le iniquità del mondo". Credo che questa definizione si adatti bene alla spiegazione che Mario mi sta dando.
Fra gli antichi un uomo si distinse, sia per sapienza che per risultati. La Tradizione non riporta nè il suo luogo di nascita, nè dove egli sia vissuto e sepolto. Conosciamo solo il suo nome: Kuram. La leggenda che circonda il suo nome è antica di migliaia e migliaia di anni. Sappiamo che proveniva da una semplice famiglia di contadini, ma che per sua natura amava le sfide e il viaggiare lontano. Divenne un mercante, e nel suo peregrinare incontrò un gruppo di saggi. Apprese con estrema velocità tutto quello che essi avevano da offrirgli. Ma egli fece molto di più: seguendo le indicazioni della sua Intuizione, riuscì a superare i limiti imposti alle capacità umane sfruttando le sue innate abilità spirituali. Scoprì dunque che l'Intuizione non è l'unica possibilità sovramateriale dell'essere umano, ma che egli, se opportunamente addestrato, può riuscire in tempi ragionevoli ad ottenerne moltissime altre. Egli scoprì tutte le meravigliose possibilità dell'Essere, fra cui la luminescenza, e le insegnò ai suoi amici. Non solo: creò l'Organismo come lo conosciamo ora, ne stabilì la struttura e quali dovessero essere i fini dei suoi adepti. In particolare si narra che egli per primo stabilì che l'Organismo era pronto per assolvere ad un compito estremamanente importante per il nostro pianeta, ossia la materializzazione delle energie umane, allora in rapida ascesa, verso l'ottenimento di un mondo più vivibile e pacifico. Cosa che ancora oggi noi cerchiamo di fare. 

Alcuni dubitano della reale esistenza di Gesù Cristo. Altri mettono in dubbio che tutto ciò che si tramanda su di lui corrisponda a verità storica. Lo stesso accade anche per il fondatore dell'Organismo:
Esistono anche molte leggende su Kuram. Si dice per esempio che avesse ottenuto  la possibilità di poter allungare la propria vita a piacimento e che ne avesse tenuto segreta la scoperta. Alcuni sostengono che questo rientri nel mito, più che nella realtà. Tradizionalmente si attribuiscono a Kuram la scoperta di molte delle più importanti leggi che regolano l'universo. In particolare definì compiutamente la legge di equilibrio: essa in sostanza afferma che ad ogni creazione ne corrisponde sempre un'altra di natura opposta. Si narra che Kuram, secondo questa legge, intuì che, contemporaneamente alla nascita dell'Organismo, dovesse a breve necessariamente nascere anche una nuova organizzazione dedita al compito inverso: quello cioè di evitare accuratamente che le energie umane si concentrassero artificialmente in una direzione di miglioramento delle condizioni del pianeta Terra e dei suoi abitanti. Di lì a poco uno dei suoi allievi più dotati, Samuor, si allontanò dagli insegnamenti del maestro, in contrasto con il suo progetto. Secondo l'allievo infatti è ingiusto convogliare le energie prodotte dal genere umano in corsi aridi e pianificati, ma che anzi era necessario impedire a tutti i costi che questo accadesse. In questo modo l'umanità avrebbe veramente imparato dai propri errori e, seppur temporaneante moribonda, col tempo essa avrebbe scoperto una linea di sviluppo autonoma e spontanea, l'unica in grado di sostenersi autonomamente nel corso dei millenni. Samuor sparì portando con sè le scoperte di Kuram, e fondò una nuova organizzazione, ancora oggi viva più che mai. L'Organismo è in perenne lotta contro i Figli di Samuor, che minacciano continuamente i nostri sforzi di portare ordine e pace nel genere umano: strenuamente difendiamo le nostre creazioni dai loro attacchi. 
Ti chiederai chi sia a questo punto nel giusto: coloro che si sforzano di convogliare le umane energie verso una accelerazione del loro inevitabile progresso, o coloro che invece spietatamente credono che, senza imparare dagli errori, il genere umano non può ottenere alcun duraturo miglioramento? Chi fa parte dell'Organismo ha fatto la sua scelta, cercando se possibile di evitare dolore e sofferenza. Sappiamo che a volte questo è inevitabile, ma se esistesse la possibilità di una scorciatoia verso un progresso senza disperazione, perchè non adoperarsi per avvantaggiarlo? Perchè non tentare? I membri dell'Organismo non ce la fanno a rimanere con le mani in mano mentre migliaia e migliaia di fratelli sono nell'angoscia. Prova a pensare alle dittature, alle stragi, ai genocidi, alle guerre del nostro mondo. Pensa al peggiore dei dittatori: egli sarebbe potuto rimanere una persona qualunque, continuare a fare il lavoro che faceva in precedenza, oppure poteva morire, o essere ucciso. Perchè questo non è accaduto? Perchè, anche se il mondo intero rifiuta la guerra, egli è riuscito comunque a diventare ciò che era? Quali bassissime energie ha egli convogliato, ha manifestato, ha portato a compimento? Non era possibile far prendere alla Storia un'altra strada?

Il discorso di Mario sembra convincente, anche se non mi sento di condannare del tutto la spinta che anima i cosidetti Figli di Samuor. Forse egli intuisce già questa mia indecisione, dato che cerca vivacemente, e con reale drammaticità, di argomentare la sua scelta. Ma il dubbio rimane: davvero gli essere umani possono essere guidati senza per questo dover limitare la loro libertà? Mi vengono in mente molte istituzioni internazionale che sono nate con le migliori intenzioni, e che poi si sono dimostrate scatole vuote, perchè forse gli esseri umani non erano pronti a recepirne il messaggio. Mario conclude la sua lunga mail con un tono da rivelazione:
Kumar ci dette anche la spinta iniziale a studiare le analogie che si manifestano in un dato luogo e in un dato momento. Ci suggerì di studiare il moto degli astri, indicando nei maggiori di essi le energie che solitamente li contraddistinguono, accompagnando le loro rispettive posizioni a delle profezie. Alla luce di queste informazioni, ti posso affermare con assoluta certezza che la situazione che sta vivendo in questi anni l'umanità è di cruciale importanza. Un momento come questo si ripete solitamente ogni diverse migliaia di anni. Ed è per questo che desideriamo che tu venga con noi: perchè sappiamo che, anche tu come noi, nel tuo cuore non puoi accettare di veder buttare via vite innocenti per pure combinazioni ed ignoranza. Il genere umano ha bisogno di una guida, e noi possiamo far sì che essa venga alla luce. Ma per essere certi che questo accada abbiamo bisogno di ogni aiuto possibile.

Ho letto e riletto questa mail decine di volte, quasi per cercare di capire se essa, nella leggenda di Kuram e dei Figli di Samuor, celasse un messaggio occulto. Oppure che esso fosse nascosto nella profezia contenuta nell'ultima parte, da cui si intuisce perchè l'Organismo è venuto a cercare uno sconosciuto appassionato di astrologia. 

Sento di aver già preso una decisione, ma essa non è ancora salita alla mia coscienza.




mercoledì 23 luglio 2014

Daniele nella fossa dei leoni


Ero davanti alla Cappella di San Gabriele, non lontano da Tarascona, quando per la prima volta ho ricevuto un messaggio di Mario. Osservavo rapito il fregio sopra il portale di ingresso della piccola chiesetta duecentesca, collocata armoniosamente in un semplice campo di ulivi, cercando di immaginare chi fosse il personaggio alla sinistra dell'opera, quello fra le due bestie feroci. Ho saputo solo più tardi che rappresenta Daniele nella fossa dei leoni. Rapito in questi pensieri, immerso nel sobrio paesaggio provenzale che mi circondava, ricevo il primo messaggio di Mario. Una mail di due righe senza alcun oggetto:
La figura che stai osservando a sinistra è una moderna rappresentazione di quello che è un simbolo molto antico: l'Intuizione che si destreggia attraverso le iniquità del mondo.
Come ho descritto nel post precedente, nel leggere questa frase sono letteralmente sobbalzato. Un terrore profondo, nato da qualcosa di veramente antico, si era risvegliato in me. Non so spiegare cosa fosse questa sensazione. Mi ha dato come l'impressione di rivivere ciò che avrebbe provato un nostro antenato alla spaventosa sensazione di essere seguito da una bestia feroce, che in qualunque momento avrebbe potuto ghermirlo. Il cuore mi batteva all'impazzata, credevo di essere seguito, ho avuto paura per la mia famiglia che aspettava poco distante dalla chiesa.
Ricevo subito una seconda mail:
Non sono lì con te, sciocco. Sono davanti al computer di casa mia, in Italia. Tu pensi ed io ti rispondo con una mail, perchè hai ancora troppe emozioni per poter udire quello che io sto pensando. E' un modo semplice per aiutarti a comprendere senza per questo interferire in alcun modo nella tua vita. Il mio compito è risvegliare quella naturale abilità che ci fa comprendere cosa è veramente significativo nella nostra esistenza. Vedrò quando ti appresserai a questi momenti importanti e cercherò con le mie parole di sottolineartene la rilevanza. Col tempo ti abituerai da solo a percepirne i messaggi.
Dal terrore si passa qui alla confusione. Come faceva Mario a sapere dove ero? Una sorta di visione remota? Mi viene subito in mente che alcune delle possibilità che questa prospettiva offre sono lesive sia della privacy che della dignità delle altre persone. Mi sento spiato ed in qualche modo non libero di poter agire come meglio credo. Inizio a rispondere al suo messaggio, ma dopo pochi secondi ne arriva un altro:
Non preoccuparti, non mi farò gli affari tuoi. Ho fatto giuramento di utilizzare questa mia "capacità", come tu la chiami, esclusivamente a scopo didattico, per accellerare un processo di apprendimento che hai già parzialmente iniziato. Visto che per imparare quello che noi sappiamo già fare, fra tentativi e fallimenti, avresti bisogno di un paio di secoli, grazie ai miei suggerimenti hai ora la possibilità di apprenderli in poco tempo. Sei dei nostri, o ci abbandoni perchè hai paura che i tuoi segreti vengano scoperti?
La mia naturale curiosità si era di colpo infiammata. La possibilità di poter accedere ad antichi segreti, magari a rituali magici per l'ottenimento di capacità extrasensoriali ha acceso il mio desiderio di beni materiali: denaro, fama, importanza. Mi vergogno ancora ora ad ammetterlo, ma all'inizio non mi era passata nemmeno per un attimo l'idea che queste capacità potessero essere messe al servizio di qualche fine più ampio. Dopo qualche istante ritorno in me e noto a malincuore che, malgrado gli anni passati a cercare di migliorare, sono il solito avido di sempre. Un nuovo messaggio:
Ti invito a riflettere su quello che ti è capitato nel momento in cui ti sei sentito "eletto", o più fortunato degli altri. Questi "doni", come li chiami tu, non sono fardelli leggeri da trasportare, perchè per ottenerli è necessario perdere tutto sè stesso. Ma questo fa parte della tua vita, e sono sicuro che sai di cosa sto parlando. Quello che invece volevo sottolineare è che non esistono segreti, tecniche particolari o riti sciamanici da compiere per ottenere quelle che tu chiami "capacità extrasensoriali". Dal nostro punto di vista, utilizzarle è del tutto normale, dato che esse sono capacità intrinseche dell'essere umano. Per sua natura qualunque uomo è in grado di poter viaggiare nello spazio e nel tempo, osservare luoghi e tempi distanti, materializzare oggetti e così via. L'uomo è capace anche di donare la vita, oltre che di toglierla. Ma per raggiungere questi traguardi è necessario che arrivi ad un certo grado di luminescenza (?, ndr). E' come se qualcuno avesse una benda sugli occhi dalla nascita. La sua capacità di vedere, seppur bisognosa di educazione, è sempre stata lì, a disposizione. Quando per caso la benda si scosta egli vede brandelli di luce, ma non ne sa interpretare la natura. Con un enorme sforzo di volontà potrà un giorno togliersi questa benda e scoprire cosa significa vedere. Se qualcuno lo aiutasse farebbe comunque molto prima.
La mail prende ora dei toni drammatici:
E' per questo che ci interessi. Vogliamo reclutarti dalla nostra parte (?, ndr) perchè abbiamo bisogno di una persona con le tue attitudini per un lavoro di estrema importanza. L'umanità sta vivendo un momento straordinario, si stanno aprendo delle incredibili possibilità di evoluzione. Se non colte esse manterranno il genere umano in una condizione dolorosa. E' difficile da spiegare in questo momento, ti sarà chiaro fra non molto. Abbiamo bisogno di molti mezzi per poter materializzare questo cambiamento. Il conflitto è giunto ad un nodo rilevante, e sappiamo che gli altri ti stanno cercando. Ti vogliamo con noi. Accetti?
Questa è stata l'ultima mail che ho ricevuto quel giorno. La mia confusione ora era totale. Chi sono questi "altri" che mi stanno cercando? Sono i "cattivi"? O forse Mario è dalla parte dei cattivi, e gli altri sono "buoni"? E questo tono da catastrofe imminente, cosa rappresenta? Sono forse una setta di millenaristi, o invasati totali? 

Tutto questo si è svolto nel giro di pochi minuti. La mia famiglia mi sta aspettando, rientro da loro, cercando di non far trapelare il mio sconcerto. Non voglio avere a che fare con nessuna guerra, di nessun tipo. Non rispondo alla mail di Mario. Decido di prendere del tempo per riflettere.




mercoledì 9 luglio 2014

Ettore e Claudia: due ragazzi dietro il velo


Sono molto felice di poter ospitare sulle pagine del mio blog gli scritti del mio amico Giovanni Valchino. Con Giovanni condividiamo la passione per tutto ciò che è misterioso, diverso ed insolito. Ritengo che sia un bravo scrittore, e che i suoi scritti meritino un pubblico più vasto. Gli dono volentieri il mio piccolo spazio. 

In questa serie di post abbiamo deciso di pubblicare "a puntate" un libro che ha per protagonisti due giovani ragazzi (Ettore, il protagonista, e Claudia, la sua coraggiosa compagna) alle prese con le domande ed i problemi della vita di oggi. Le risposte che troveranno nel mondo dei grandi saranno uno specchio impietoso della nostra società, e i due ragazzi capiranno col tempo che la Verità si nasconde in un posto insospettabile.

***

Mi chiamo Ettore, ed ho conosciuto Claudia quando avevo otto anni. Con la sua famiglia (sua madre, lei ed il loro cane) vennero ad abitare nell'appartamento accanto al nostro verso la fine delle vacanze estive. Quando li vidi arrivare per la prima volta notai subito il fatto che in quella famiglia non mancavano di certo doti che io al tempo ritenevo prettamente maschili. Nella mia famiglia i ruoli erano infatti molto netti: mio padre dava gli ordini e mia madre sistemava tutto con pazienza, per far sì che le faccende andassero avanti comunque nel miglior modo possibile. La madre di Claudia riuniva invece in sè queste doti, organizzando con polso il trasloco delle loro cose: ordinava ai facchini quali scatole prendere per prime, in quale stanza della casa lasciarle, con una sicurezza che mi colpì. Notai che Claudia restava in silenzio, con in braccio il suo cane, ad attendere che le sue cose fossero portate in camera. Dopodichè chiuse la porta, disinteressandosi di ciò che capitava in casa, ed io non la vidi più per qualche giorno.

Eravamo ai primi di settembre e di lì a poco sarebbe iniziata di nuovo la scuola. Io ero molto eccitato, perchè sapevo che avrei finalmente rivisto i compagni che avevo lasciato alla fine dell'anno precedente. Quell'anno compivo dieci anni ed iniziavo la quinta elementare. Il primo giorno di scuola noto Claudia, da sola, che attende la campanella nel cortile della scuola. Vengo a sapere che siamo di nuovo nella solita aula dell'anno precedente e mi accomodo nel banco che precedentemente occupavo. Accanto a me c'era Giorgio, anch'egli eccitato per il nuovo anno che stava per iniziare. Qualche minuto prima dell'inizio della lezione Claudia entra nella nostra classe, guardandosi un po' intorno. Mi riconosce, ma non cerca il mio sguardo. Si sistema sul banco vuoto di Giuseppe, in ultima fila, che era stato bocciato e che avrebbe quindi ripetuto la quarta. Ho un attimo di agitazione: l'ultima fila era tutta di Vincenzo, il ripetente, e della sua banda, gente con cui era meglio avere a che fare il meno possibile. Sono emozionato nel vedere cosa sarebbe accaduto. Vincenzo la osserva, ma per primo si muove un suo compare, Federico. "Non puoi stare qui" le dice. Lei lo guarda negli occhi: "E' già occupato da qualcuno?". Lui risponde avvicinandosi minacciosamente: "No. Questo posto è nostro, vogliamo stare tutti in ultima fila". Claudia osserva la situazione: non sembra affatto spaventata, e tiene lo sguardo fisso su Federico che lentamente inizia ad allontanarsi, vagamente intimorito. Claudia rimane qualche interminabile secondo in silenzio, poi dice: "Questo posto ora è mio". Federico esaurisce il coraggio e fa un passo indietro, cercando il suo capo. A questo punto arriva Vincenzo: "Ragazzina, ti abbiamo già detto che questo posto non lo puoi prendere. Punto". Claudia sorride: "Ah, tu sei il capo della banda, vero? Dovresti scegliere degli scagnozzi migliori, quelli che hai non valgono nulla. Mi sembra che anche tu come capo non sei un granchè, se per difendere il territorio da una femmina mandi avanti un altro. Credo che in fondo sei un codardo. Dimmi, i vestiti la mattina te li sceglie ancora la mamma?". Ho un balzo al cuore: non avevo mai visto nessuno trattare Vincenzo così. La mia paura sale alle stelle: dove ha trovato il coraggio?
Vincenzo si avvicina minacciosamente alla ragazza, ma in quel momento entra la maestra. Ci rivolgiamo verso di lei, ma tutti siamo ormai ansiosi di vedere come finirà lo scontro in fondo all'aula. Vincenzo, accorgendosi dell'insegnante, sussurra a Claudia che avrebbero fatto i conti dopo. Claudia lo indaga con occhio fermo, come per cercare di scoprire qualcosa, e poi si mette a sedere.

La mattina scorre velocemente, e al momento del pranzo scendiamo tutti in refettorio. Io osservo cosa sta accadendo dietro di me, quando noto che Vincenzo sta avanzando velocemente verso Claudia: probabilmente ha deciso di spingerla per fargli fare un bel ruzzolone giù per le scale. Claudia si accorge delle intenzioni del ragazzaccio e, con gesto rapido, si scansa all'ultimo secondo. Vincenzo, grande e grosso, non fa in tempo a fermarsi: si sbilancia e cade giù per le scale. La maestra dal fondo vede tutto e chiede a Vincenzo come ha fatto a cadere. Piangendo come una fontana, accusa Claudia di avergli fatto uno sgambetto. Claudia risponde immediatamente: "Maestra, io non gli ho fatto lo sgambetto. Come avrei potuto, se ero davanti a lui? Lui ha cercato di spingermi giù dalle scale: nel farlo è inciampato ed è caduto. Ha cercato di spingermi perchè io, una femmina, lo ho sfidato, mettendo in discussione il suo controllo sull'ultima fila della classe. Lui ora mi accusa di averlo fatto cadere, come se non avesse nulla da nascondere, ma bisognerebbe chiedergli cosa fa un coltello a serramanico nel suo zaino, e con quali intenzioni è venuto a scuola con un oggetto del genere". 
Fra di noi cade il silenzio: l'evidenza del ragionamento, la perfezione delle parole, il tono severo della voce ci hanno profondamente colpito. Anche se tutti conosciamo il coltello di Vincenzo, nessuno di noi aveva mai avuto il coraggio di denunciarlo. La maestra è così colpita che porta subito Vincenzo in aula, senza chiedergli nulla. Gli scagnozzi si guardano intimoriti. Io ancora non riesco a comprendere chi sia veramente la ragazza che si è aggiunta alla nostra classe, ma sento già di ammirarla profondamente.


martedì 8 luglio 2014

Appuntamento con uno sconosciuto

Assuefatti ormai alla routine quotidiana stentiamo a credere che in poche ore la nostra vita possa definitivamente cambiare. Che la nostra visione del mondo possa cambiare così tanto da rileggere con occhi diversissimi non solo la nostra storia personale, ma anche la storia del genere umano e di questo pianeta. Occupare da un momento all'altro un posto diverso dal resto degli abitanti di questo pianeta, così passivamente invischiati nella materialità. Con la responsabilità di far parte di una struttura inimmaginabile, antichissima, in cui il tuo ruolo potrebbe risultare fondamentale per il genere umano oppure rigettato in un attimo, perdendo per sempre la tua identità nell'impetuoso vento universale.
La settimana scorsa ho spedito un po' di materiale ad un misterioso indiano, in cui tratteggiavo sommariamente l'obiettivo delle mie ricerche, ed allegando del materiale in cui si indicavano le qualità energetiche dei giorni della settimana in corso. Le poche parole dell'indiano, la sua identità nascosta, il suo non firmarsi mi hanno da subito incuriosito ed affascinato. Inoltre, quell'accenno alla "legge di compensazione", che solo un paio di mesi prima avevo ipotizzato con il mio Maestro, mi ha definitivamente catturato. Ho risposto di getto, non pensando a chi avevo dall'altra parte, quindi senza minimamente immaginare con chi avevo a che fare.
Il misterioso indiano mi risponde dopo un paio di giorni. Una mail di due righe, dove mi informa che nel giro di poco sarei stato contattato da una persona "vicina a me" (close to you) che mi avrebbe fatto una offerta. Mi saluta e si congeda senza altre formalità. La mail viene ricevuta in un momento in cui ero preso da altre urgenti attività: la leggo con attenzione ma trascinato dagli eventi di quel giorno non la assimilo prontamente.
La sera stessa ricevo dunque un'altra mail da parte di un altro sconosciuto. Stavolta chi scrive è un italiano. Mi dice che ha ricevuto informazioni riguardo al mio lavoro sulle energie e che vorrebbe conoscermi, includendo dettagli molto precisi sul luogo e l'ora in cui ci saremmo dovuti incontrare. Lo avrei riconosciuto perchè avrebbe portato con sè l'immagine di un albero. Sposto i miei impegni, prendo un giorno di ferie, e solo a quel punto inizio a riflettere su quello che mi sta accadendo. Ma chi sono questi? Perchè sono così misteriosi, perchè non si firmano con i loro nomi, perchè non offrono nessuna credenziale? Perchè hanno parlato di una offerta? Cosa vogliono, che compri qualcosa? E sempre poi quella domanda di fondo: ma a chi possono interessare i miei studi, le mie supposizioni, le mie ipotesi? Non esiste ancora alcuna conferma, ho iniziato da poco a testarne i risultati: potrebbe essere benissimo autosuggestione. Inoltre, i pochi riscontri che ho ricevuto dalla vita degli altri non presentano alcun valore statistico. Cosa di tutto questo ha contribuito a generare questo fermento?
La notte prima dell'incontro non dormo, preso come sono da questi pensieri. Il sonno è agitato da incubi che non ricordo. L'atmosfera familiare, solitamente tranquilla, è agitata da qualche inafferabile demone che ispira tensione e preoccupazione. Io cerco di far finta di nulla, anche se una palpabile preoccupazione si legge nel viso di mia moglie. Le ho raccontato tutto. Anche lei è curiosa di sapere cosa succederà, ma una inquietudine sottile vela la nostra conversazione. L'appuntamento è comunque in un luogo pubblico, una stazione dei treni. Dubito che possa succedermi qualcosa di male; parto comunque con il proposito di girare i tacchi alla prima brutta sensazione.
Arrivo finalmente all'appuntamento. Trovo una persona di mezza età con in mano una grande fotografia di un albero. E' di media corporatura, vestito in modo del tutto normale, con un sorriso sereno sul volto. Dice di chiamarsi Mario. I modi sono gentili. La voce, calma, non possiede alcuna inflessione dialettale. Non ha nulla di particolare, si potrebbe dire una persona qualunque, educata e di buone maniere. Mi chiede se voglio accompagnarlo. Nel tragitto mi chiede chi sono, cosa faccio nella vita. Entriamo in un bar lì vicino: una rapida occhiata al barista mi fa capire che si conoscono, e che per qualche tempo nessuno ci disturberà. Scendiamo infatti per una scalinata di servizio, e ci sistemiamo su un balcone, adibito a magazzino, ricoperto da una fiorita vegetazione. L'aria è mite. Abbiamo due sedie ed un tavolo. Ci sistemiamo uno di fronte all'altro. E noto solo ora una cosa che mi aveva colpito fin dall'inizio: i suoi occhi. Anche se i modi sono dimessi ed i gesti ampi e regolari, gli occhi di Mario sono come ansiosi di scoprire, indagano in profondità, sono estremamente mobili, ma nello stesso tempo carichi di una profonda saggezza. Sembra che la vita scorra scontata davanti a lui, mentre cerca invece nei dettagli qualche cosa che possa incuriosirlo.
"Immagino la tua perplessità vista la segretezza con cui l'Elemento indiano ed io ti abbiamo contattato. Sappi che è mio compito rispondere a tutte le tue domande, anche se l'ordine ed il modo con cui comprenderai le risposte dipenderà esclusivamente da me". Comprenderai le risposte?
"Non ti dirò assolutamente nulla di me: quello che faccio nella vita non ti interessa. Sarà per te impossibile risalire a qualunque dettaglio della mia esistenza pubblica. Questo naturalmente non vale per il mio ruolo nell'Organismo. Di quello sarai informato, e conoscerai esattamente tutto quello che desidererai, perchè non ci sarà alcun segreto tra gli Elementi che concorrono al medesimo fine nell'Organismo." Dice l'ultima frase alzando leggermente gli occhi al cielo, come se recitasse una qualche Scrittura. Calca l'attenzione sulla parola Organismo: cosa è?
"Io ti istruirò a distanza, utilizzando svariate forme di comunicazione. Sei ancora molto agli inizi, non immagini ancora gli strumenti con cui gli Elementi comunicano fra di loro. All'inizio ti istruirò con mezzi tradizionali, come la mail che ti ho spedito per conoscerci. Ma in futuro useremo altri metodi, molto più immediati. Non saranno codici, telefonate, corrispondenza, o qualche altra diavoleria di comunicazione, tra di noi non funziona così. Non si tratta nemmeno di telepatia. Per comunicare solitamente utilizziamo direttamente la realtà, modificando a nostro piacimento il microscopico caos che popola le nostre vite, ed intervenendo per far sì che in qualunque situazione arrivi alla mente una data informazione, per analogia. Lo so, non hai capito nulla, ma non è un problema. Posso solo aggiungere che, anche se astruso, questa antica forma di comunicazione ha i suoi motivi di resistere anche ai giorni d'oggi, soprattutto perchè permette al Piano di svilupparsi senza gli intoppi dovuti alle nostre individualità." 
Microscopico caos? Piano? Ma di cosa parla? La mia attenzione è fortissima, mille domande si affollano, ma riesco a mantenere un grande silenzio. Sembra che la cosa piaccia al mio interlocutore. 
"Bene. Il nostro incontro è terminato. Possiamo andare ognuno per la sua strada. In questo caso, tuttavia, non è opportuno dirci arrivederci, perchè questa è la prima ed ultima volta che ci vedremo in vita nostra. Posso solo augurarti in bocca al lupo, e benvenuto."
Non mi aspettavo un commiato. Ribatto sconcertato: "Ma come, ci lasciamo così? Io non ho capito nulla di quello che mi hai detto. Cosa sono l'Organismo e il Piano? Qualche forma di organizzazione segreta? Mario, devi dirmi qualcosa, non puoi lasciarmi così!"
Mario interrompe le mie lamentele con voce ferma: "Ti ho già detto che risponderò ad ogni tua domanda, ma che lo farò come meglio credo, sfruttando tutti i mezzi che riterrò opportuni. Piuttosto, continua con i tuoi studi: da quello che ho visto sei ancora molto indietro, e non ti sei ancora accorto di cose evidenti anche ad un bambino. In quanto al fatto di accettare o meno la mia proposta, nessuno ti obbliga ad aderire all'Organismo. Anche perchè io cercherò di comunicare con te, ma se tu non vorrai fare altrettanto sarà per me impossibile trasmetterti alcunchè. Non ci troverai facendo una ricerca su Internet."
Le sue ultime parole mi hanno colpito. Si riferiva al fallimento con cui ho cercato di rintracciare il Dr. Ghosh? D'un tratto mi sento come un bambino che chiede cose che non sono all'altezza delle sue capacità. Non ho più alcuna forza di controbbattere, e in quel momento ritengo assolutamente ragionevole alzarmi e tornare verso casa. Anche se ora mi mordo le mani, perchè brucio dalla curiosità di sapere ancora di più da quel misterioso e ben informato individuo. 
Percorriamo la strada verso la stazione in silenzio. Al momento di congedarci, Mario, con un repentino cambio di umore, guardandomi dolcemente negli occhi e con un mezzo sorriso che non riesco a decifrare, pronuncia questa frase : "Ci sono al mondo delle forze che opporranno resistenza a che tu possa conseguire i tuoi obiettivi. E' naturale e giusto che esse esistano. Sappi che sapranno essere molto, molto persuasive. Cerca dentro di te quale è la verità più giusta per te."
Io registro la frase come ipnotizzato. Salgo sul treno senza girarmi. Cerco un posto dove sedermi. Il treno parte lentamente, ma non cerco Mario dal finestrino. Ricordo solo che la mia mente era vuota: ha registrato tutto, ma senza alcuna capacità critica attiva. L'effetto termina pochi minuti dopo la partenza. Mi sento come svegliare, e d'un tratto si riattivano tutte le funzioni, come se qualcuno mi avesse levato un cappuccio che mi impediva di ragionare. E lentamente osservo la mia mente riempirsi di inspiegabili fatti.