Anche se è a volte appaiono incredibili, da un po' di tempo a questa parte mi sforzo di non credere più alle coincidenze. Soprattutto se a queste si aggiunge un buona dose di mistero.
La scorsa settimana una mia amica italiana, residente ormai da molti anni in Kerala non lontano dalla capitale Thiruvananthapuram, mi scrive per riferirmi che un suo caro amico indiano, industriale del cocco e grande amante dell'Italia, ha letto con interesse il mio articolo sul Dr. Ghosh. Mi riferisce in particolare che egli ha dei parenti che vivono proprio vicino alla città di Durgaput, e che si stupiva del fatto che, seppur, come molti indiani, interessati all'astrologia, non gli abbiano mai parlato di questo Dr. Ghosh. Lui li contatta per ottenere informazioni in merito. Magia dei sette gradi di separazione: i parenti trovano non il Dr. Ghosh, ma un suo allievo. Una volta informato dell'argomento, mi scrive una mail:
Dear Sir,
my name is Rabindranath Mukherjee. I was a scholar of the pitied Prof. Saithing Ghosh, died four years ago. I studied Vedic Astrology with him, and...
Scopro dunque con dispiacere che il Dr. Ghosh è morto. La lettera continua con un elogio alla memoria del suo compianto maestro, in particolare della sincerità con cui insegnava la materia che tanto amava e a cui aveva dedicato tutta la sua vita. Egli, seppur per molti anni studente del Dr. Ghosh, mi confessa che non aveva mai sentito il suo maestro parlare di un impiego dell'astrologia come strumento per dedurre la qualità del Tempo, nè di aver mai letto alcun articolo su questo argomento. Si stupiva anche del fatto che un articolo del genere fosse pubblicato a nome del suo insegnante, dato che egli detestava scrivere.
Lo ringrazio per il suo interessamento e gli rispondo illustrando con maggiori dettagli il tema della mia ricerca (che mi riprometto di riportare su questo blog al piu' presto), allegandogli anche alcune tabelle orarie, in cui si illustrano al minuto i cambiamenti delle energie attive durante la settimana in corso. Nutro segretamente la speranza che in qualche modo, a partire da queste informazioni il signor Mukherjee possa ricollegarle a qualche idea, o ricordo, che possa arricchire la mia teoria.
Attendo con ansia una sua risposta. Il mio amico indiano non si fa piu' sentire, ma dopo un paio di giorni ricevo una strana lettera da parte di un indirizzo mail anonimo, da cui cioè non si riesce ad intuire niente del suo vero proprietario. Riesco solo a ipotizzare, data la grammatica, che a scrivere sia un indiano, ma di identità diversa dal Sig. Mukherjee. Riporto qui la traduzione in italiano del breve testo:
Attendo con ansia una sua risposta. Il mio amico indiano non si fa piu' sentire, ma dopo un paio di giorni ricevo una strana lettera da parte di un indirizzo mail anonimo, da cui cioè non si riesce ad intuire niente del suo vero proprietario. Riesco solo a ipotizzare, data la grammatica, che a scrivere sia un indiano, ma di identità diversa dal Sig. Mukherjee. Riporto qui la traduzione in italiano del breve testo:
"Ti sei già accorto che nella tua vita si abbattono molte minacce, e che alcune di esse si trasformano in sciagure? Hai già scoperto la legge di compensazione? Se sì, non abbiamo ancora molto tempo, devi contattarmi al piu' presto. Rispondi a questa casella di posta senza divulgare l'indirizzo".
Devo dire che lo scarno contenuto della mail mi ha molto inquietato. Nessuno ama farsi predire sciagure. Fra l'altro, che io sappia, non ho ricevuto alcuna minaccia da parte di nessuno: sono un ragazzo mite, che rifugge lo scontro e che cerca di trovare sempre un compromesso, per cui mi risulta quantomeno strano pensare che qualcuno ce l'abbia con me. La mia vita è famiglia, lavoro e studio. I miei rapporti sociali si consumano fra pochi amici. Insomma, chi dovrebbe avercela con me?
Mi colpisce poi il fatto che la mail parli al presente, come se queste cose si dovessero manifestare ora nella mia vita, e non in qualche imprecisato futuro. Posso solo dire che in questi giorni è morto un mio parente originario di Torino, e che ho avuto uno spiacevole incontro con una persona che ha frainteso alcune mie considerazioni - cosa che fra l'altro mi ha ferito parecchio. Ma cosa ha a che fare questo con i miei studi?
Ma la cosa ancora piu' strana - ed inquitante - è questa: lo sconosciuto chiede con urgenza se io abbia scoperto una certa "legge di compensazione" (compensation rule). Le mani tremano mentre scrivo questa cosa, perchè se quello di cui parla lo sconosciuto è la stesso di ciò che ho in mente, devo ammettere che io ho già avuto a che fare con questa legge. Assieme al mio Maestro, un paio di mesi fa, ci confrontavamo sul modo in cui le conseguenze della nostra volontaria resistenza al Destino si sarebbero potute manifestare nella nostra vita. Ad esempio, se io impedissi ad una mia Verità di manifestarsi, e si stesse invece apprestando il momento di realizzarla, come la Realtà avrebbe colmato questa lacuna? Secondo quali modalità? In quella occasione venne fuori una teoria abbastanza complicata, che al suo interno comprendeva una - testualmente - "legge di compensazione". Questa legge supponeva che la realtà operasse in accordo ad una sorta di "contrappasso", analogo a quel tema medievale reso famoso da Dante. Per preservare ciò che di importante rappresentiamo, ossia la nostra personalissima Verità, le nostre lacune vengono colmate dall'esistenza per analogia o per contrario trasformandosi in Fato - che molto spesso porta sofferenza e dolore nella nostra vita.
Ho risposto al misterioso mittente, dettagliando maggiormente la teoria che include la "legge di compensazione" ed allegando delle nuove tabelle orarie, quelle di questa settimana. Raccolgo dunque la sfida, forse con un po' di ingenuità, ma con la bruciante voglia di conoscere cosa le mie ricerche abbiano smosso.
Ho ricevuto quasi immediatamente una risposta. E' qui davanti ai miei occhi. Stento a credere al suo contenuto, perchè descrive qualcosa di cui non avrei mai immaginato l'esistenza.
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Ho ricevuto quasi immediatamente una risposta. E' qui davanti ai miei occhi. Stento a credere al suo contenuto, perchè descrive qualcosa di cui non avrei mai immaginato l'esistenza.
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