martedì 22 luglio 2014

L'Organismo: alcune premesse


In questa settimana ho intrattenuto alcune conversazioni a distanza con Mario, il misterioso personaggio membro dell'Organismo. Tramite le sue mail ho raccolto alcune informazioni sull'Organismo, sulla sua cultura e i suoi fini. Sconcerta parlare in termini semplici di una struttura così antica, anche perchè è veramente difficile poter descriverne il patrimonio culturale ad un pubblico di varia estrazione - come mi auguro sia quello che sta leggendo queste righe. Cercherò di fare del mio meglio, anche se in alcuni punti sarò volutamente oscuro. Ad esempio, non mi è concesso informare i miei lettori di come contattare l'Organismo, magari divulgando l'indirizzo mail che utilizzo per scrivere a Mario. Anche perchè dubito fortemente che risponderebbe alle vostre domande. Almeno, alle mie non risponde. Ho provato più volte a fargliene, a chiedere informazioni, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. E' sempre lui che contatta me. E le sue risposte riguardano esclusivamente gli argomenti che ha sollevato in precedenza.
Le nostre conversazione, al pari della misteriosa organizzazione che sto iniziando a conoscere, si svolgono in maniera inusuale ed inquietante. La prima volta che sono stato contattato da lui mi ha descritto un evento a cui avevo appena assistito. Mi sono spaventato, e davvero ho creduto che mi avesse segretamente seguito, tanto che mi sono girato di scatto terrorizzato. Chiaramente lui non era lì. Ho chiesto spiegazioni riguardo a come facesse a sapere cosa stavo vivendo in quel momento, ma ha liquidato con sufficienza questa sua inspiegabile capacità di "vedere" a distanza. "E' banale, lo sanno fare tutti, solo che non sanno di saperlo fare" mi ha risposto, aggiungendo che lui approfitta dei miei "momenti significativi" per illuminare esperienze a cui darei altrimenti valore poco o nullo. 
Vi racconto, a titolo di esempio, l'ultimo in ordine di tempo. Questa settimana sono stato in vacanza in Francia con la mia famiglia. Passeggiando per Rue Saint-Jean, a Lione, mi imbatto in una libreria esoterica molto interessante. Raccolgo qualche minuto ed entro incuriosito, senza l'idea di comprare alcunchè, anche perchè conosco a malapena il francese. Curiosando fra gli scaffali, trovo comunque un libro molto interessante sulla scuola platoniana inaugurata da Cosimo il Vecchio e diretta da Marsilio Ficino, scritto una trentina di anni fa da Daniel Béresniak, compianto studioso francese di esoterismo e frammassoneria. Il prezzo è abbordabile e lo acquisto al volo. Dopo pochi minuti arriva un messaggio di Mario, in cui mi illustra con molti dettagli l'importanza dell'attenzione verso la propria interiorità, e di come sia importante, in particolare in luoghi sconosciuti, lasciarsi trasportare dalla propria intuizione per cogliere l'essenza del luogo, di coloro che lo abitano o lo hanno abitato, e del messaggio simbolico che esso manifesta nel mondo. Mario aveva "visto" il significato della mia esperienza, e me lo ha sottolineato.
Un'ultima precisazione prima di iniziare. Potrebbe sorgere questa domanda nel cuore dei lettori: "Perchè ti è possibile divulgare queste informazioni? L'Organismo non è geloso della sua cultura, delle sue tecniche, dei piani che ha per l'umanità"? Rispondo a questa domanda con le parole di Mario:
Potrai divulgare tutto ciò che vuoi. Quello di cui stiamo parlando è patrimonio dell'umanità, non di una sua parte. Comunque, tutto quello che ti dirò è già di dominio pubblico, non esiste nulla di segreto. Sono state scritte biblioteche intere sugli argomenti di cui parliamo e parleremo in futuro. Semplicemente, la maggior parte degli esseri umani non si interessa a questi argomenti. Anche in un momento storico come questo, in cui il sapere è accessibile più che mai, le persone preferiscono adempiere al loro destino riproducendo quello dei loro antenati, vissuti in condizioni molto più dure, senza accorgersi che la vita è cambiata, che il mondo di oggi è profondamente diverso da quello dei decenni passati, e che la loro vita potrebbe essere di una facilità e bellezza sconcertante. Dunque ben venga una nuova divulgazione, a patto che prima l'autore sia consapevole di ciò che scrive.

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